Pasqua in treno

Non è stata poi un’idea così brillante, decidere di viaggiare in treno per evitare le code dei rientri pasquali. E’ vero, abbiamo evitato lo stress automobilistico, ma abbiamo scoperto una nuova forma di isteria da comapagno di viaggio rompicoglioni….

All’andata, c’era una donna nevrastenica con un povera bimba duenne a cui continuava a urlare "Paola non farmi innervosire, Paola non far questo, Paola non far quello, Paola mi stai facendo impazzire, Paola vuoi bere? Paola, dimmi se vuoi bere, devi dirmelo!" (e noi, signora, noi non stiamo forse impazzendo a forza di sentirla sbraitare? – Povera Paola, ha tutta la mia solidarietà – poi ci si chiede come mai le ragazze scappino di casa, diventino sbandate o cos’altro…)

La vera scoperta però è stata durante il viaggio di ritorno….  Tralasciando la comare seduta in corridoio che aveva pettegolezzi in quantità industriale su ogni argomento dello scibile animale (umano sarebbe troppo, ma ripensandoci anche animale è un complimento esagerato … restringerei il campo agli animali a zampa palmata che Holden si chiedava dove andassero d’inverno…)

La rivelazione è stata nell’osservare il passeggero seduto accanto al finestrino. Anfibi, jeans strappati e giubbotto di pelle nera poggiato sulle ginocchia. Dalla t-shirt sbucavano i gomiti con due ragnatele tatuate. Testa rasata. In parte, anche le sopracciglia. Mai spiaccicato una parola per tutto il viaggio. Leggeva un libro, rosso, dalla copertina carica di scritte bianche fitte. La più grande e leggibile: "Regime". Già l’osservarlo mi creava una leggera inquietudine. Trattenevo il pargolo dicendogli di non disturbare e non dare calci – pensavo "mo’ sto bambino m’o magna se solo osa fiatare"….

Mentre ero tutta presa a far associazioni mentali con skinheads, antisemiti, teppisti e vandali, è arrivato in controllore che ha tentato per un’ora di stampare il mio biglietto. "E non mi funziona il blutù, saran le gallerie?" Mi scappa da ridere. Anche al ragazzo di fronte. Che c’entrano le gallerie se devi trasmettere dati da un palmare a una stampantina… Mica ti colleghi con un satellite della Nasa…. Il controllore rifila in mano al ragazzo la stampante e mi dice di aspettare e ogni tanto verificare se esce il biglietto, mentre lui finisce di obliterare gli altri biglietti. Invece di mettersi a funzionare, il coso si spegne del tutto, e io colgo l’occasione per sbirciare meglio il libro dalla copertina rossa. Regime, parola compresa in una frase che spiega il sistema che ha oscurato le voci di alcuni giornalisti, comici e personaggi massmediatici scomodi al diktat berlusconiano. Biagi, Santoro, Rossi e Guzzanti tra i nomi che trovano spazio tra le righe.

Il libro è un pretesto per iniziare a riflettere, e capire che sono stata troppo confinata nei miei stereotipi. Ho partorito un ragionamento unicamente in base alle apparenze. Ho costruito un ipotetico plot razzista, e così non mi son resa invece conto della reale maleducazione: ad esempio la cafona seduta sul nostro posto prenotato, che ha fatto finta di niente e non ha mosso il culo neppure quando il controllore ha verificato il mio biglietto… Ho chiuso un occhio perchè il cinquenne a cui apparteneva il numero 44, nel frattempo, era andato nello scompartimento vicino a far conoscenza con una brunetta codinata di nome Federica….. 

E pure pasqua è passata….

 

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